Villa Brignole, residenza cinquecentesca che domina da una collina l'area Campi a Genova Cornigliano, si presentava in un grave stato di abbandono e degrado. Solo alcune parti della villa erano rimaste nei tempi inalterate: i portali, le scale interne, le inferriate, alcune porzioni della pavimentazione. Previsto come primo polo del più vasto progetto di insediamento nell'area Campi di un "parco tecnologico", l'edificio è stato destinato a sede di rappresentanza e Centro congressi, nonché di programmazione della promozione delle attività di ricerca svolte dall'Ilva. Secondo una gerarchia degli spazi, i luoghi di rappresentanza e di lavoro trovano collocazione nella villa, mentre i locali della nuova ala ospitano due auditorium. L'immagine originaria della villa, assunta nel progetto di restauro come riferimento formale, è stata ricostituita con un processo comparativo di documentazioni storiche coeve. Molti elementi, quali le opere in ferro e le ringhiere delle balconate, sono stati interamente recuperati; altri, quali il tetto, sono stati filologicamente ricostruiti riproponendo la copertura ad "abbaini" di ardesia; sui muri esterni, l'intonaco ligure ha riportato l'edificio ai cromatismi originali. Le caratteristiche cromie dell'edilizia ligure, che prevede finestre bianche contornate dal verde scuro delle persiane in contrasto con i vivaci muri dell'intonaco esterno, è stato visivamente riproposto con differenti componenti. Nei pavimenti in marmo e ardesia alternanza di tozzetti bianchi e neri ripropone una tipica pavimentazione genovese. La pulitura e il restauro delle antiche scale e delle bellissime ringhiere in ferro lavorato, hanno riportato il manufatto allo splendore originario. Il raro legno di cipresso delle porte e dei portoni, oggi non più lavorato, è stato portato a vista, a testimonianza di un atteggiamento progettuale flessibile.
Genova Campi, 1991
Ristrutturazione di Villa Brignole
Centro ricerche in Villa Brignole
Committenza: Ilva