Restauro e ristrutturazione di edificio industriale del 1900 opera dell’arch. Carlo Fenoglio a uso nuovo Tribunale
La città di Ciriè vive un momento di trasformazione, da attivo polo industriale a centro ricco di servizi propri del settore terziario. Non a caso l'industria tessile Remmert dismessa alla fine degli anni '60, si sta completando una city finanziaria. Una downtown in piena regola, con spazi pubblici, attività commerciali e ricreative, abitazioni ed ampi giardini collegati ad un parco urbano di interesse storico. Il progetto rappresenta il tentativo di coniugare passato e presente in una architettura innovativa, ma del tutto compatibile con quella preesistente. Il complesso, nell'insieme, è strutturato per offrire un'ampia fruibilità degli spazi esterni: una sequenza di giardini e corti pedonali che lo rendono ideale, non solo come spazio commerciale e lavorativo, ma anche come luogo in cui abitare. A perimetro dell'ex fabbrica, corpi edilizi a più piani (le torri) si appoggiano ed emergono da un fabbricato lineare a tre piani, evidenziando e valorizzando il corpo dell'ex opificio. Anche i materiali utilizzati si adeguano all'architettura preesistente. Il nucleo originario da valorizzare è un gioiello dell'architettura industriale il cosiddetto "Fabbricato Fenoglio" di Pietro Fenoglio, ingegnere tra i più creativi del periodo liberty piemontese che progetta questi edifici. Oggi, questo edificio rinasce a nuova vita: il suggestivo fascino della sua storia ed il valore architettonico del suo disegno sono l'elegante cornice per numerose attività di pubblico interesse, come un ufficio. Il corpo principale è stato oggetto di restauro conservativo e rifunzionalizzazione. Alcune campate dei fabbricati minori sono diventate il laboratorio di un recupero innovativo di spazi da destinarsi a manifestazioni e spettacoli. Attraverso una rigorosa scomposizione dei volumi, sono state conservate e restaurate nella parte muraria le facciate principali verso l'esterno, mentre sono state sostituite le coperture in laterizio, ora sorrette da alcuni pilastri originali in ghisa connessi a nuovi controventi metallici.
Committenza: Ciriè 2000
Ciriè, Torino, 2002